| Giustizia - Lc  18,1-8 | 
        
            | Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di  pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non  temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una  vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio  avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se  non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto  fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E  il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non  farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?  Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia  prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla  terra?».
 
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          | pregare sempre | Vengono alla  mente diverse immagini: i tibetani che camminano per strada girando il chokhor, gli ebrei osservanti con il tallit katan che spunta dalla vita, o i musulmani che snocciolano in  continuazione i loro sobha. Cosa significa  pregare sempre? Sempre è un termine talmente totalizzante che sembra non  lasciare spazio ad altro.C’è sicuramente una differenza sostanziale  tra dire le preghiere (un tempo si  diceva recitare) e Pregare che  esprime soprattutto una interiorità di comunione, una posizione del cuore: Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34). Da quella collocazione nascono i pensieri, i desideri  e le azioni.
 San Paolo ci regala la bella immagine  del Mistero grande (Ef 5,32) del  rapporto tra Cristo e la Chiesa, tra l’uomo e Dio.
 Gli sposi vivono sempre la loro  comunione anche quando si perdono di vista o sono immersi in impegni diversi.  Così è di chi vive sempre lo stato di preghiera che pur chiede momenti forti su  cui la comunione si poggia e si consolida. Lo stancarsi è proprio della  fragilità dell’uomo ( Dio rimane sempre  fedele cfr. 2Tm 2,13), attratto da altro dimentica lo stato di comunione.
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          | ma poi disse tra sé  | L’immagine è sconcertante ed estremamente forte, come si può paragonare  Dio ad un giudice sordo e ingiusto? Più che i personaggi sono da sottolineare  gli atteggiamenti: l’insistenza della vedova che corrompe l’iniquità del  giudice. Per capire bene il senso della parabola occorre soffermarci sul  pensiero che si insinua nella testa e del cuore del giudice che rompe la sua  sordità e lo fa decidere in favore della donna.Gesù stesso spiegando la parabola subito dopo ci chiede di prestare una  particolare attenzione: “Ascoltate ciò  che dice il giudice disonesto”
 L’insistenza della donna è tale che da inascoltata diventa ascoltata,  da lontana diventa vicina a tal punto che si rende presente anche quando lei  non c’è, ma la sua insistenza rode il pensiero del giudice. Non interessa se la  finale è togliersi il fastidio quanto il fatto che si è instaurata – accettata  o inaccettata, cercata o respinta –  una  comunione tra i due personaggi della parabola: il cuore di quella povera donna  aveva raggiunto il cuore del giudice.
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          | farà loro giustizia prontamente | L’insistenza e la  costanza della preghiera provocano l’ascolto e la comunione, con quale frutto?  Il risultato finale è o sarà la giustizia.  Luca è insistente su questa parola che qui usa ben quattro volte. La giustizia è una caratteristica di Dio, la parola ebraica di Elohim, con cui Dio è chiamato da  Israele ha in sé questo significato. L’uomo giusto, un pensiero giusto, una  cosa giusta è tutto ciò che è orientato verso Dio e il suo regno. In altre parole  il frutto della preghiera non è tanto questo o quello che noi chiediamo quanto  Dio stesso. “Quando noi preghiamo coraggiosamente, il Signore ci dà la grazia,  ma anche ci dà se stesso nella grazia: lo Spirito Santo, cioè, se stesso! Mai  il Signore dà o invia una grazia per posta: mai! La porta Lui! È  Lui, la grazia! Quello che noi chiediamo è un  po’ come [ride] … è la carta che avvolge la grazia. Ma la vera grazia è Lui,  che viene a portarmela. È  Lui” (papa  Francesco 10.10.13).
 E Dio non farà aspettare, e farà  giustizia “prontamente”, alla lettera “in fretta”.In 2 Pt 3,9 si dice:  "Il Signore non ritarda ad adempiere la sua promessa come certuni  credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che  tutti abbiano modo di pentirsi".  Dio ascolta sempre coloro che gridano a lui giorno  e notte, e la sua risposta arriva anche se non sempre nei modi che  vorremmo; la preghiera è sempre adempiuta da Dio in modo vero e buono, anche  quando può sembrarci diversamente!
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          | troverà la fede sulla terra? | Avere fede  significa scoprire di non essere soli, ma di vivere in rapporto con Dio, di  riuscire a vedere l’invisibile o l’incredibile (Lc 17,6) ed ogni risposta che  Dio ci offre alla nostra preghiera. Credere senza vedere è stato bollato  come ingenuo e insostenibile, ma proprio l’ideologia moderna ha portato a  riscoprire la fede come fonte di conoscenza e di sapienza. Avere fede significa continuare a cercare per credere, sperare e amare  senza accontentarsi dell'orizzonte visibile che è sempre il penultimo; la fede  accende il desiderio e la nostalgia dell'ultimo orizzonte, del Regno e di Dio  stesso. Così il nostro  credere in Dio è un affidarci sereno al suo amore.
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